La Città - 25 novembre 9° comandamento
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- Published on Saturday, 24 November 2012 23:30
“Non desiderare la donna d’altri”. Nono comandamento.
San Matteo nel suo vangelo chiarisce: “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5,28). Questo punto del decalogo è motivo di derisione, perché si va a confondere il desiderare con una emozione passeggera, semplice e immediata di fronte a una realtà attraente.
Puntualizziamo. Nella tradizione biblica, il verbo desiderare è un moto dell’appetito sensibile che si oppone ai criteri della ragione e crea un disordine morale. Gesù non vuole bollare irrimediabilmente una reazione dell’uomo, un’attrazione spontanea, ma vuole condannare la macchinazione, la progettazione, la decisione intima e profonda che avviene nella coscienza che, nel linguaggio biblico, è il cuore.
Il male non sta solo nel gesto esteriore, ma anche nel consumare spasmodicamente tempo ed energie a pensare il male.
Rimango stupito quando mi accade di osservare qualcuno che, con desiderio veemente, mentre passeggia con la propria consorte o anche con un’amica, rivolge lo sguardo insistentemente su un’altra donna. Ritengo che sia proprio una mancanza di rispetto, un’offesa e rivela una cattiva gestione dei propri sensi. Vale la pena ricordare, a questo punto, un passaggio del Libro del Siracide: “Distogli l’occhio da una donna bella, non fissare una bellezza che non ti appartiene. Per la bellezza di una donna molti sono periti; per essa l’amore brucia come fuoco. Non sederti mai
accanto a una donna sposata, non frequentarla per bere insieme con lei, perché il tuo cuore non si innamori di lei e per la tua passione tu non scivoli nella rovina” (Sir 9,8-9). L’uomo spesso segue il male che none vuole e non sempre compie il bene che desidera.
Consiglio Pastorale
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- Published on Monday, 12 November 2012 15:49
Il consiglio Pastorale Parrocchiale è composto dai Sacerdoti e dai Responsabili dei Gruppi e delle Associazioni che operano all'interno della Parrocchia e viene convocato al fine di prendere decisioni e programmare le attività di rilievo che si svolgono all'interno della stessa.
(Foto ultimo Consiglio Pastorale)
SACERDOTI
Don Nello Senatore - Don Osvaldo Giannattasio - Don Benedetto D'Arminio
SEGRETARIO DEL CONSIGLIO
Responsabile:
Vittoria Criscuolo
GRUPPO CATECHISTI
Responsabili:
Lucia Senatore - Maria Guida
La città: 11 novembre VII comandamento
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- Published on Saturday, 10 November 2012 15:06
Settimo comandamento: “Non rubare”. Proibizione, dunque, di prendere o di tenere ingiustamente
i beni del prossimo e di arrecare danno al prossimo in qualsiasi modo riguardo ai beni. Insomma:
rispettare i beni altrui attraverso la pratica della giustizia e della carità, della temperanza e della
solidarietà e restituire, riparando all’ingiustizia, il maltorto. Se andassimo a lanciare questo
messaggio nel web o in una piazza o a un crocicchio di una strada ci troveremmo in difficoltà in
quanto sarebbe un esercito di persone “incastrato” da questo comandamento.
Attenzione, ognuno sta pensando ai peccati altrui, io invece vorrei a questo punto proporre un altro tipo di operazione che non riguarda gli altri, ma ciascuno di noi, partendo dal sacrosanto principio che la disonestà degli altri non giustifica mai la propria.
È evidente che ognuno deve governare la propria vita e deve renderne conto a Dio. Vorrei proporvi qualche punto, che rientra in questo comandamento, su cui riflettere.
Hai fatto il tuo dovere o hai fatto passare il tempo smanettando sul web negli orari di ufficio?
Ti sei interrogato se sei stato protagonista, attivo o passivo, di ingiustizie o di mendaci compromessi a danno altrui?
Hai approfittato del tuo ruolo sociale per avere benefici personali?
Inutile dire che il settimo comandamento proibisce l’usura, la corruzione, lo sperpero.
Vale la pena ricordare il consiglio di Gesù: “Non accumulatevi tesori sulla terra dove ladri
scassinano e rubano, ma tesori in cielo- Perché sulla terra dov'è il tuo tesoro, sarà il tuo cuore”(Mt 6,19-21) perché corriamo il rischio di cadere nella terribile finale della novella intitolata “La roba” di Giovanni Verga, quando il protagonista, sentendo prossima la morte, esce in cortile e si mette ad ammazzare a colpi di bastone le sue anatre e tacchini, strillando: “Roba mia, vientene con me!”.
“Evangelizzare la cultura, inculturare la fede” - Giovedì 8 novembre ti aspettiamo!
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- Published on Tuesday, 06 November 2012 11:41
La fede è dono di Dio,* ma è anche atto profondamente libero e umano.*
Il *Catechismo della Chiesa Cattolica* lo dice con chiarezza: «È impossibile credere senza la grazia e gli aiuti interiori dello Spirito Santo. *Non è però meno vero che credere è un atto autenticamente umano. Non è contrario né alla libertà né all’intelligenza dell’uomo» (n. 154). Anzi, le implica e le esalta, in una scommessa di vita che è come un esodo, cioè un uscire da se stessi, dalle proprie sicurezze, dai propri schemi mentali, per affidarsi all’azione di Dio che ci indica la sua strada per conseguire la vera libertà, la nostra identità umana, la gioia vera del cuore, la pace con tutti. Credere è affidarsi in tutta libertà e con gioia al disegno provvidenziale di Dio sulla storia, come fece il patriarca Abramo, come fece Maria di Nazaret. La fede allora è un assenso con cui la nostra mente e il nostro cuore dicono il loro «sì» a Dio, confessando che Gesù è il Signore. E questo «sì» trasforma la vita, le apre la strada verso una pienezza di significato, la rende così nuova, ricca di gioia e di speranza affidabile.
Cari amici, il nostro tempo richiede cristiani che siano stati afferrati da Cristo,* che crescano nella fede grazie alla familiarità con la Sacra Scrittura e i Sacramenti. Persone che siano quasi un libro aperto che narra l’esperienza della vita nuova nello Spirito, la presenza di quel Dio che ci sorregge nel cammino e ci apre alla vita che non avrà mai fine. Grazie.
(Benedetto XVI, udienza generale,Piazza San Pietro, mercoledì, 24 ottobre 2012)
Giovedì 8 novembre
alle ore 20,30
nella parrocchia “Gesù Risorto”
Ti aspettiamo!
Parrocchia “Gesù Risorto” - Gruppo “Sapere aude” – Via R. Wagner, 5 – 089 337277 info@parrocchiagesurisorto.it
2 Novembre: Commemorazione dei Fedeli Defunti
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- Published on Wednesday, 31 October 2012 15:33
In questo giorno, ciascuno di noi ricorda i prorpri defunti, alle ore
18,30 nella nostra parrocchia ci sarà una celebrazione eucarisatica e
chiunque, scrivendo il nome del proprio defunto su un foglio in fondo alla
chiesa, ovviamente prima della celebrazione, potrà avere il beneficio per
il proprio defunto perchè verrà ricordato durante la Messa. I nostri
defunti hanno bisogno di noi come noi abbiamo bisogno di loro e la santa
Messa è l'aiuto indispensabile e necessario.
Ricordiamo anche il 1° Novembre è Festa di tutti i Santi, le sante messe
seguiranno l'orario domenicale:
31 ottobre, mercoledì ore 18,30
1° novembre, giovedì, ore 9,00 - 11,30 -18,30.