Serena Pasqua di Risurrezione

Che cosa è la vita? A questa domanda fondamentale di qualsiasi filosofia Gesù risponde con una singolare affermazione: «Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se morisse, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai» (Gv 11,25s). Sono parole di difficile comprensione: Gesù è la risurrezione. Chi crede in lui, risuscita già ora dalla morte alla vita, è già passato dalla morte alla vita. Per noi che confessiamo la nostra fede in Cristo, questo è un passaggio fondamentale. Secondo Giovanni, molti sono coloro che, pur essendo vivi, sono morti: non vivono infatti in maniera autentica, bensì vivono solo in superficie. Chi crede in Gesù, invece, capisce chi è veramente lui e risuscita già in questa vita terrena dalla tomba delle sue paure, della sua autocommiserazione, delle sue inibizioni, della sua debolezza, del suo lato oscuro. La sua risurrezione si realizza nel quotidiano, nel passaggio, giorno dopo giorno, dalle tenebre alla luce, dall’immobilismo alla vitalità, dall’orizzonte ristretto al cielo aperto.

Credere nella Risurrezione non è credere in una forma reincarnata di vita, ma è dare a questa vita il senso vero e il suo significato ultimo; quello in cui la beatitudine eterna, presente nei momenti in cui realizziamo comunioni di amore, prende sempre più spazio e allontana le tenebre dell’errore. Quell’errore, che incatena la nostra libertà ad una visione ristretta della vita; in cui conta solo perseguire la strada del personale successo a discapito di quel bisogno insito in ognuno di noi, la ricerca del vero spesso celata da troppe pressioni, ma che al momento opportuno sgorga, quando ormai stanchi di rincorrere noi stessi alziamo lo sguardo verso Dio e all’improvviso ci sentiamo amati.

Solo così le parole del salmista prenderanno forma, la misericordia di Dio combacerà con la nostra verità, come l’incontro tra due innamorati quando il loro bacio sancisce la pienezza del dono.

Serena Pasqua di Risurrezione!

Don Giuseppe Landi

(Resurrezione di Alfredo Bortoluzzi)

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