Santa Marta – 6 maggio 2014 – IL CRISTIANO CHE NON DÀ TESTIMONIANZA DIVENTA STERILE

Santa Marta – 6 maggio 2014

IL CRISTIANO CHE NON DÀ TESTIMONIANZA

DIVENTA STERILE

31c4c105b8_41803353_300Il cristiano che non dà testimonianza diventa sterile. È quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Nella sua omelia, il Pontefice si è soffermato sul martirio di Santo Stefano, narrato negli Atti degli Apostoli. La Chiesa, ha detto, non è “una università della religione”, ma il popolo che segue Gesù. Solo così, ha soggiunto, “è feconda e madre”. Il servizio di Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana

“Il martirio di Stefano è un calco del martirio di Gesù”. Papa Francesco ha ripercorso, nella sua omelia, il cammino che ha portato alla morte del primo martire della Chiesa. Anche lui come Gesù, ha detto, aveva incontrato “la gelosia dei dirigenti che cercavano” di eliminarlo. Anche per lui ci sono “i falsi testimoni”, un “giudizio un po’ fatto di fretta”. Stefano li avverte che stanno opponendo resistenza allo Spirito Santo, come aveva detto Gesù. Ma “questa gente – ha evidenziato il Papa – non era tranquilla, non era in pace nel proprio cuore”.

Questa gente, ha aggiunto, “aveva odio” dentro il proprio cuore. Ecco perché, all’udire le parole di Stefano erano furibondi. “Questo odio – ha affermato Francesco – è stato seminato nel loro cuore dal diavolo”, “è l’odio del demonio contro Cristo”. Quest’odio del demonio “che ha fatto quello che ha voluto con Gesù Cristo nella sua Passione – ha ripreso il Papa – adesso ripete lo stesso” con Stefano. E nel martirio si vede chiaramente “questa lotta fra Dio e il demonio”. D’altro canto, Gesù aveva detto ai suoi che dovevano rallegrarsi di essere perseguitati a causa del suo nome: “Essere perseguitato, essere martire, dare la vita per Gesù è una delle Beatitudini”. Ecco perché, ha aggiunto il Papa, “il demonio non può vedere la santità di una Chiesa o la santità di una persona, senza combinare qualcosa”. E’ quello che fa con Stefano, ma “lui muore come Gesù: perdonando”.

“Martirio è la traduzione della parola greca che, anche, significa testimonianza. E così possiamo dire che per un cristiano la strada va sulle orme di questa testimonianza, su queste orme di Gesù per dare testimonianza di Lui e, tante volte, questa testimonianza finisce dando la vita. Non si può capire un cristiano senza che sia testimone, che dia testimonianza. Noi non siamo una ‘religione’ di idee, di pura teologia, di cose belle, di comandamenti. No, noi siamo un popolo che segue Gesù Cristo e dà testimonianza – ma vuol dare testimonianza di Gesù Cristo – e questa testimonianza alcune volte arriva a dare la vita”.

Ucciso Stefano, si legge negli Atti degli Apostoli, “scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme”. Queste persone, ha osservato il Papa, “si sentivano forti e il demonio suscitava loro di fare questo” e così “i cristiani si dispersero nella regione della Giudea, della Samaria”. La persecuzione, ha annotato il Papa, fa sì che questa “gente se ne andasse lontano” e laddove arrivava spiegava il Vangelo, dava testimonianza di Gesù e così “incominciò” la “missione della Chiesa”. “Tanti – ha rammentato – si convertivano, sentendo questa gente”. Uno dei Padri della Chiesa, ha soggiunto, spiegava questo dicendo: “Il sangue dei martiri è seme di cristiani”. Con “la loro testimonianza predicano la fede”:

“La testimonianza sia nella vita quotidiana, sia con alcune difficoltà e, anche, sia nella persecuzione, con la morte, sempre è feconda. La Chiesa è feconda e madre quando dà testimonianza di Gesù Cristo. Invece, quando la Chiesa si chiude in se stessa, si crede – diciamo così – una ‘università della religione’, con tante belle idee, con tanti bei templi, con tanti bei musei, con tante belle cose, ma non dà testimonianza, diventa sterile. Il cristiano lo stesso. Il cristiano che non dà testimonianza, rimane sterile, senza dare la vita che ha ricevuto da Gesù Cristo”.

Stefano, ha proseguito, “era pieno di Spirito Santo”. Ed ha avvertito che “non si può dare testimonianza senza la presenza dello Spirito Santo in noi”. “Nei momenti difficili, dove dobbiamo scegliere la strada giusta, dove dobbiamo dire ‘no’ a tante cose che forse tentano di sedurci – ha incoraggiato Papa Francesco – c’è la preghiera allo Spirito Santo, e Lui che ci fa forti per andare su questa strada della testimonianza”:

“E oggi pensando a queste due icone – Stefano, che muore, e la gente, i cristiani, che fuggono, andando dappertutto per la violenta persecuzione – domandiamoci: come è la mia testimonianza? Sono un cristiano testimone di Gesù o sono un semplice numerario di questa setta? Sono fecondo perché do testimonianza, o rimango sterile perché non sono capace di lasciare che lo Spirito Santo mi porti avanti nella mia vocazione cristiana?”.

 

Sergio Centofanti, Radio Vaticana

 

 

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